Le immagini del trionfo di Salerno e quelle successive della premiazione per la vittoria del campionato sono ancora fresche, un popolo ad esultare intorno ad un club che ha saputo riaccendere la passione e ridare anche quella dignità sportiva a tutta la gente che ama il Catanzaro. Ed il Catanzaro è amato ad ogni latitudine e longitudine, ha tifosi in ogni angolo del mondo, che malgrado le tante avversità sportive non hanno mai perso la fede in questa squadra.
E diciamolo chiaramente, senza la famiglia Noto tutto questo non sarebbe mai stato possibile. Eppure, anche per loro non è stato facile, la promozione si è fatta attendere ben 6 anni, sembra l’atro ieri quel 6 luglio del 2017 giorno in cui la Holding Noto acquisì il Catanzaro strappandolo al fallimento certo, visto le disavventure giudiziarie dell’ex proprietà.
Ci si aspettava subito un exploit data l’importanza di questo gruppo imprenditoriale. Ma il calcio ancora una volta ha confermato di essere una industria atipica e la famiglia Noto lo ha capito sulle proprie spalle e sul loro portafoglio. Ha pagato lo scotto del noviziato, poi finalmente si sono raccolti i frutti di una semina paziente e costante.
La chiave di svolta arriva nell’estate del 2020, quando il presidente Floriano Noto chiama a dargli man forte, Diego Foresti, esperto dirigente sportivo, che arriva in Calabria ad assumere il ruolo Direttore Generale dell’U.S. Catanzaro. È l’inizio dell’impresa che porterà alla Serie B, tanto che in una recente celebrazione organizzata per festeggiare la promozione delle Aquile il presidente Noto ha dichiarato: “Diego Foresti è il migliore acquisto della mia gestione”
Ma Foresti da solo non poteva avere la bacchetta magica, se dietro non avesse avuto la fiducia incondizionata dei fratelli Floriano, Desiderio e Gino Noto. È detta così sembra che sia stato facile, ma non lo è stato per niente.
Ci sono stati anche momenti in cui tutto si è accanito contro e non ha smesso mai di colpirti, come è successo nella semifinale di Padova dove al Catanzaro fu precluso l’accesso in finale playoff per un arbitraggio davvero scandaloso. E in quel momento che le forze per andare avanti vengono meno e si ha la sensazione che a fare le cose per bene non ha senso, perché tanto tutto finisce sempre male.
Ed essere forti in determinate situazioni è ancora più terribilmente complicato. Ecco, il Catanzaro dei record di Vivarini edizione 2022-2023 nasce proprio in quel momento, ed ha proprio in Diego Foresti il collante tra proprietà e squadra. Bisognava saper controllare la salute emotiva, messa a dura prova dai continui colpi, prendere fiducia e ridarsi slancio.
E lo chiediamo proprio al diretto interessato, al Direttore Diego Foresti, questo trionfo è figlio di quella sconfitta?
“Se vogliamo tradurlo in parole povere direi di sì, non era facile rialzarsi e ritrovare le energie e le giuste motivazioni. Noi ci siamo riusciti grazie ad un lavoro di squadra dentro e fuori dal campo. È stata determinate la volontà della famiglia Noto, lo è stata quella di Vivarini e lo è stato per quello che i calciatori hanno saputo dare e fare in campo”.
Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui all’esterno gli altri possono leggere solo il titolo, se apriamo il libro di Foresti al Catanzaro cosa leggiamo in queste pagine?
“L’esperienza più bella della mia vita che mi auguro possa andare avanti ancora per tanto tempo”
Quindi se tornasse indietro accetterebbe di venire a Catanzaro?
“Mi piace essere pratico e razionale, e senza ipocrisia le rispondo che solo un pazzo potrebbe rifiutare di lavorare con la famiglia Noto. Ed è proprio grazie al loro insediamento ai vertici del Club che oggi lo stesso gode di grande credibilità. Se prima era un gruppo imprenditoriale di grande successo e serietà oggi lo è anche nel mondo del calcio. Queste sono le basi affinché una società possa costruire ed edificare una crescita graduale. E a Catanzaro c’è anche un’altra componente fondamentale per fare calcio fatto bene: la straordinaria tifoseria di cui gode questo club. Lo scorso campionato noi siamo stati primi sul campo loro lo sono stati sugli spalti risultando tra le tifoserie più numerose in trasferta di tutto il calcio italiano. Ecco quando sai di venire a lavorare in una piazza come questa sai che ci devi venire per fare bene”
Lei è stato di parola, al suo arrivo a Catanzaro ha dichiarato che nel giro di due/tre anni si sarebbe centrata la promozione, così è stato. Ripartendo proprio dal suo arrivo ad oggi quanto è stata dura?
È stata durissima, è lo è stato per vari aspetti, il primo anno dovevamo rifondare completamente una squadra e soprattutto costruirla dopo che si chiudeva con il passato incominciando a portare in uscita ben 23 calciatori contrattualizzati. Ricordo bene quella stagione perché fu segnata dal Covid, restammo fermi per ben 42 giorni prima di disputare i playoff.
Nel secondo anno, altro secondo posto e la semifinale di Padova che tutti ricordiamo come è andata. Ed infine questa meravigliosa stagione che ci ha portato ad ottenere una promozione straordinaria segnata da record che rimarranno nella storia del club e del calcio italiano. Ecco, in questi tre anni abbiamo costruito la promozione in Serie B che tutti volevamo ottenere”.
Il suo impegno nei quadri dirigenziali dell’U.S. Catanzaro è anche di rappresentare la società laddove necessità di un supporto istituzionale con la classe politica, soprattutto visto le vicende dello Stadio Ceravolo in fase di adeguamento ai Criteri idonei per la Serie B. Ed a proposito di stadio a che punto siamo?
“E’ un aspetto che sto seguendo in prima persona, è un lavoro che ci tiene costantemente impegnati in quel rapporto di collaborazione che si è aperto con il comune di Catanzaro. Non era facile neanche per le istituzioni, in questo caso il comune, ma devo dire di aver riscontrato la più ampia disponibilità ad interfacciarsi sulle problematiche che necessitano per portare a compimento in maniera positiva i lavori per permetterci di giocare in casa fin dalla prima gara utile. Non è facile ma c’è l’impegno di tutti. E poi abbiamo anche la fortuna di avere un sindaco tifoso (Fiorita n.d.r.) che so che non vuole perdersi nemmeno una partita”.
E allora veniamo all’aspetto tecnico, di quella squadra che poi andrà in campo. Quanto cambierà rispetto alla stagione conclusa?
“Mi associo alle dichiarazioni che sono già state fatte dal presidente Noto, dal tecnico Vivarini passando per il diesse Magalini, cambierà poco. Di sicuro servirà alzare l’asticella della qualità ragione per la quale credo che due/tre elementi importanti siano quelli di cui il Catanzaro necessita per poter disputare un campionato che dia soddisfazioni. E dovremmo essere anche bravi ad inserire nell’organico gli Under che diano qualità e di questo sono sicuro che il nostro direttore sportivo Magalini molto preparato sui giovani della categoria farà bene il suo lavoro”.
Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo, alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi, altre ci portano avanti, e si chiamano sogni. Ed in questo mister Vivarini non ha fatto mistero di voler allenare in Serie A. Il triennale con le Aquile va in questa direzione?
“Vivarini è un grande motivatore, qui abbiamo tutti voglia di far bene, ma senza perdere la ragione. Noi ci presentiamo ai nastri di partenza come una matricola, questo ci porta ad avere rispetto per gli altri e paura per nessuno. Così come è avvenuto per la promozione in Serie B sapremmo giocarci anche le nostre chance di successo per qualcosa di straordinario. Di certo non sarà un caso, costruiremo il nostro futuro passando per una oculata programmazione ed il primo tassello è stato quello di prolungare il contratto con mister Vivarini”
Lei ha già lasciato una impronta importante in questo club, augurandosi di poterci lavorare ancora per molto tempo, oltre ai successi professionali che rapporto ha Diego Foresti con la città?
“Assolutamente straordinario, mi sento un catanzarese a tutti gli effetti. Il lavoro in seno all’U.S. Catanzaro mi porta a trascorrere il 90% della mia vita nel capoluogo calabrese, sono rari i momenti in cui ritorno a Bergamo dalla famiglia, anzi sono anche mia moglie e mia figlia a scendere giù. A Catanzaro sono stato accolto alla grande. L’affetto della gente è travolgente. Hanno capito il duro lavoro svolto al servizio della squadra e questo mi ripaga di tutto il duro lavoro. Sono orgoglioso e contento di aver contribuito a questo magnifico salto di categoria, essere riuscito in qualcosa che tanti in quasi 20 anni non sono riusciti”.