Claudio Ranieri ha deciso, a quasi 73 anni lascia il calcio ed una lunga carriera costellata da tanti successi, sia da allenatore che da calciatore ed in quest’ultima veste 8 anni li ha trascorsi con la maglia dell’U.S. Catanzaro.
Nasce a Roma il 20 ottobre 1951, cresce nel Rione San Saba, a Roma Sud, fra il Circo Massimo e Porta San Paolo. Suo papà è un macellaio di Testaccio e tira i suoi primi calci ad un pallone nell’oratorio.
I suoi primi passi da calciatore li muove da portiere, nel San Saba anche se lui avrebbe preferito giocare da attaccante. E l’opportunità si presenta quando si trasferisce al Dodicesimo Giallorosso, squadra del quartiere Casal Bertone ed affiliata alla Roma, che si allena nel campo vicino a quello della Primavera giallorossa. Una grande opportunità perché finisce sotto l’osservazione di alcuni fedelissimi di Helenio Herrera all’epoca allenatore della Roma e che lo invitano a sostenere un provino al quartier generale giallorosso, all’epoca il Tre Fontane.
Provino superato, passa alle giovanili della Roma a 16 anni (1968) in cambio di 20 completi da calcio e 10 palloni per il club Dodicesimo Giallorosso.
Allenatore delle giovanili della Roma è Antonio Trebiciani, che in Ranieri ci vede un terzino e non un attaccante, decide così di cambiargli ruolo e nella stagione 1972-73 viene promosso in prima squadra senza però scendere mai in campo.
Nel 1973-74 sulla panchina capitolina arriva Manlio Scopigno e alla quarta giornata in occasione di Genoa – Roma 2-1 lo fa esordire titolare, è il 4 novembre del 1973. Ma non è una stagione fortunata per i capitolini che esonerano Scopigno chiamando in panchina Nils Liedholm. Saranno complessivamente 6 le presenze di Claudio con la Roma.
A fine campionato il tecnico svedese parlò chiaro con Ranieri, non potendogli garantire il posto da titolare gli consigliò di andare a giocare in un altro club a fare esperienza.
Catanzaro la città che chiamano “il penitenziario senza ritorno”
E la chiamata arriva nell’estate del 1974 dal Catanzaro, profondo Sud.
Ranieri è perplesso, si sente in un certo modo messo da parte, è combattuto ma alla fine fra la voglia di affermarsi come calciatore e il rischio di bruciarsi facendo tanta panchina e tribuna lo inducono ad acconsentire alla sua cessione nell’estate del 1974, richiesto espressamente dal tecnico delle Aquile Gianni Di Marzio.
L’idea di trasferirsi al Sud non lo esalta, soprattutto scoraggiato dagli amici di tutti i giorni che gli descrivono la Città di Catanzaro come “il penitenziario senza ritorno”, ma ha anche 22 anni ed è una scelta di vita con un club che comunque gioca in Serie B. Accetta la destinazione, e fu una scelta felice perché il Catanzaro diventa una squadra fondamentale per la sua carriera e per la vita privata perché conoscerà Rosanna che diventerà sua moglie.
A Catanzaro si ambienta subito, aiutato anche da Roberto Vichi che aveva avuto come compagno di squadra anche nella Primavera della Roma ed in più ha la stima del tecnico Di Marzio che lo aveva voluto assegnandoli anche il posto da titolare.
Al primo anno la squadra arriva quarta va allo spareggio contro il Verona a Terni ma perde l’anno successivo arriva la promozione in Serie A.
Claudio Ranieri veste la maglia del Catanzaro per 225 volte in campionato, di queste 128 in Serie A che valgono il primato del calciatore del Catanzaro con più presenze in Serie A.
Nel 2016 il Comune di Catanzaro gli conferisce la cittadinanza onoraria.




























