Mentre l’ex compagno di squadra Ilie si giocava una partita dell’Europeo under 21, contro l’Italia – dimostrando di essere un calciatore di valore – lui stava col cellulare in mano a commentare i post che gli apparivano sui social. Roba normalissima specie sei ha 24 anni e sei in vacanza. Specie se fai il calciatore e, causa indolenza e pigrizia, non stai a giocarti più niente di importante, a differenza di altri tuoi colleghi. Così, Demba Seck, ala destra che ha vestito poco e male la maglia del Catanzaro nella passata stagione, dopo un’annata anonima ha deciso di farsi notare. Anche se per poco tempo, per poi sparire di nuovo, restando coerente a quanto fatto vedere in campo. Ma stavolta la sua breve apparizione fa più clamore. Perché poco dopo l’annuncio ufficiale da parte del Catanzaro della rescissione con l’allenatore Caserta, tra i vari commenti spunta il suo. Nessuna parola, solo una “faccina” di un pagliaccio. Facile intuire a chi fosse rivolta. Non certo alla società per aver fatto andare via il mister – d’altronde Seck non si è mai legato alla società – quasi certamente un giudizio sul suo ex allenatore, reo, secondo lui, di avergli dato poco spazio. Sintomo, comunque, di un malessere che il senegalese ha accusato, allo stesso causa ed effetto del suo scarso minutaggio. Un rapporto mai decollato, evidentemente, come avviene in ogni squadra di calcio. Di chi la colpa? Non si sa: Caserta non ha puntato molto su di Seck e gli ha fatto fare un ruolo non suo? O Seck non ha mostrato spirito di sacrificio e forse troppa indolenza? Motivazioni soggettive, conosciute solo dai due attori protagonisti della vicenda, che in cuor loro, sanno come hanno agito. Crediamo lo sappia più Caserta, uomo maturo ed esperto, e confortato dai risultati; lo sa meno Demba Seck, giovane promessa ancora acerba come calciatore. E, ci permettiamo di dire, anche come persona: perché il post non è il massimo dell’eleganza e la cancellazione qualche minuto dopo – scelta forse indotta – dimostra poca forza caratteriale e paura nell’assunzione di responsabilità. Le stesse che, forse, Caserta voleva si prendesse sul campo ma che lui ha assunto rarissime volte. Ma qui si va oltre il calciatore perché quel commento fatto contro un ex allenatore, benchè poco amato, e una persona più anziana non dimostrano maturità, così come la cancellazione simboleggia scarsa personalità. È il calcio ai tempi dei social: da leoni (sperati) sul campo, a leoni da tastiera. Con l’augurio che Seck faccia parlare i suoi piedi buoni, piuttosto che le sue dita delle mani.
