Il sistema di gioco è un classico 4-3-3 con gli esterni a piede invertito e i due terzini che spingono tanto sulle fasce. La punta è strutturata, abile nel gioco aereo, Wlodarczyk apre al dialogo in mezzo al campo lavora di sponda e ovviamente resta il punto di riferimento principale per la finalizzazione della manovra. In mezzo al campo la cabina di regia è affidata ai piedi buoni di Amatucci che lavora con due mezzali molto valide in ambo le fasi. Reina-Adelaide è la mezzala sinistra con più fantasia (uno che giocherebbe in massima serie se non avesse avuto una lunga serie di infortuni), Maggiore quella deputata a fare filtro. Rispetto al recente passato, con l’arrivo di Martusciello la linea di difesa ritorna a 4 con due centrali e i due terzini di ruolo che, come detto in apertura, sono molto funzionali alla manovra offensiva.
Nelle corde dei granata c’è la costruzione dal basso e il palleggio, il controllo del pallino del gioco e la ricerca della profondità. In fase di possesso Martusciello dispone i suoi con un 2-3-2-3 che vede i terzini alzarsi sulla linea del play e le mezzali attestarsi una linea più sopra. L’impostazione vede pertanto Amatucci fare da perno centrale con lo sviluppo costruito prevalentemente sulle corsie.

In foto 01-A vediamo un’uscita dal basso su pressione alta degli avversari. L’azione è fluida, i movimenti lineari, la trasmissione rapida. La chiave è l’esterno d’attacco che si abbassa sulla linea laterale. Infatti, la trasmissione è da sx verso dx con palla che dal terzino Stojanovic viaggia verso Hrustic, a questo punto l’esterno mette la palla avanti alla cieca consapevole del movimento a venire incontro di Wlodarczyk, che infatti intercetta il passaggio e scarica corto per il terzino Stoanovic che ha dato il via alla costruzione.

Nella foto 01-B si vede lo sviluppo dell’azione dove quello che interessa è il movimento di Maggiore che attacca la profondità portando il mediano basso avversario sull’esterno. A ben guardare anche sul lato sinistro le casacche in bianco sono schierate in coppia. L’esterno Braaf segue il gioco e inizia ad accentrarsi.
Un’altra caratteristica dell’impostazione di gioco della Salernitana è l’organizzazione in fase di non possesso con le ultime due linee di difesa molto ordinate e rigorosamente a 4.

La fase di non possesso si articola con un 4-4-1\1 che può variare in 4-1-4\1. Cosa varia? L’arretramento o l’avanzamento di Amatucci più uno dei due esterni. In pratica la Salernitana cerca di mantenere l’impostazione con le ultime due linee da quattro, ma all’occorrenza varia sensibilmente l’assetto quando Amatucci va in marcatura sul riferimento avversario fra le linee. Nei riposizionamenti della FDNP osserviamo uno degli esterni abbassarsi sulla linea di centrocampo e l’altro andare in pressione sul riferimento più immediato mentre la punta attacca il portatore.
In fase offensiva c’è una rigorosa partecipazione dei terzini, il gioco corto e il taglio delle mezzali, l’esterno o il terzino opposti a dove si svolge l’azione sul secondo palo, la punta centrale che eventualmente gioca dentro per lo scarico corto oppure si va trovare in area e non da ultimo la numerosità di giocatori che aggrediscono l’area di rigore.

In foto 3 vediamo un po’ di questi concetti preparatori per attaccare l’ultima linea. Braaf che supera l’uomo, la mezzala Reina che offre lo scarico corto dietro e la punta che può venire incontro oppure raccogliere una palla morbida in area. Il terzino sinistro che si sovrappone per costringere il difensore avversario a tenersi lontano dal portatore.