Avversario del Catanzaro, per l’ottava giornata di campionato, sarà il Padova di Matteo Andreoletti, trentaseienne lombardo alla prima avventura in cadetteria. In alcune interviste, il tecnico ha sostenuto di avere come modelli di riferimento Roberto De Zerbi e Gian Piero Gasperini: il primo per la costruzione, il secondo per i moduli che riguardano l’ampiezza, la verticalità ed i cambi di versante offensivo.
Fase di possesso.
Il richiamato allenatore schiera la sua squadra con il 3-5-2, ossia – per i meno esperti – con tre difensori, cinque centrocampisti e due attaccanti (oltre, ovviamente, al portiere). Tuttavia, in fase di possesso, il Padova si trasforma in un 3-1-2-4 oppure in 3-2-1-4: vale a dire che uno o due mediani centrali si sistemano dinanzi al pacchetto arretrato, con gli altri (o l’altro) in posizione più alta, mentre gli esterni si uniscono alle punte. Sula scorta di tale idea di calcio, la formazione veneta imposta più di frequente la sua azione dal basso, con sfera che circola fra i tre difensori ed almeno uno dei centrocampisti (3+1, quindi, oppure 3+2, come accennato in precedenza). Se la prima pressione è superata, il Padova cerca lo sviluppo su uno dei due esterni, supportato dalla mezzala di riferimento, oppure per vie centrali. Nel primo caso, l’obiettivo è creare superiorità, per giungere al cross od anche alla conclusione dopo il rientro verso il centro del terreno di gioco. Nel secondo, lo scopo è cercare la rifinitura, anche con la collaborazione di uno dei due attaccanti che viene incontro per creare spazi, mentre uno o più centrocampisti riempiono l’area di rigore opposta. Nondimeno, non mancano casi in cui l’undici biancoscudato si affida al lancio lungo. Se questo va a buon fine, incarico del ricevitore (quasi sempre una delle due punte) sarà controllare il pallone nell’attesa che i compagni risalgano rapidamente il rettangolo verde. In sintesi, pertanto, Andreoletti vuole bilanciare i momenti in cui la sua squadra mantiene il possesso (o prova a mantenerlo), costruendo l’azione dal basso, ad altri in cui sembra più opportuna la rapida verticalizzazione.
Fase di non possesso.
In fase di non possesso, la formazione veneta muta la sua veste in 5-1-3-1: i mediani laterali scendono fin quasi alla linea dei centrali difensivi; un centrocampista centrale fa da schermo al pacchetto arretrato; uno dei due attaccanti si sistema fra le due mezze ali. Naturalmente, in alcuni istanti di un incontro, il Padova è costretto a far scendere il baricentro, difendendo nel suo primo terzo di campo. Di là di questi, però, lo stesso undici biancoscudato non contiene l’avversario in posizione troppo bassa, sistemandosi in maniera corta e compatta fra la propria trequarti e quella opposta. I calciatori, ciascuno con proprio preciso riferimento, agiscono in pressione al fine di conquistare il possesso o, almeno, di disturbare quello dell’altra squadra, limitandone le linee di passaggio centrali ed obbligandola a ricorrere a lanci lunghi o servizi inoffensivi.
Punti deboli.
Da quanto accennato, semplice evincere che il Padova è una formazione risoluta e molto ben equilibrata. Tuttavia, al pari di qualsiasi altra sul pianeta, ha le sue lacune. La prima, forse la principale, concerne le situazioni statiche difensive: la squadra veneta, in altre parole, non ha finora mostrato un’eccellente organizzazione nelle circostanze in cui si è dovuta difendere da calci di punizione, corner e mischie nei propri sedici metri. La seconda è il rovescio della medaglia dell’intensità pretesa da Mister Andreoletti e delle sue idee in fase di contenimento. Sia l’una sia le altre comportano un enorme dispendio di energie, soprattutto in ipotesi di transizioni negative, e quindi momenti di appannamento in più atleti.
Possibile formazione.
Le formazioni delle squadre rappresentano quasi sempre un’incognita: raro che gli addetti ai lavori azzecchino quella che risulterà dalla lista ufficiale. Ad ogni modo, quanto al Padova, esistono alcune certezze: il difensore Christian Pastina, i centrocampisti Jacopo Bacci e Daniele Baselli, il trequartista Jonathan Silva sono infortunati. L’esterno Alessandro Capelli e l’esperto attaccante Alejandro Darío Gómez, conosciuto anche come Papu Gómez, sono squalificati. Tutti costoro, pertanto, non potranno calpestare il prato del Nicola Ceravolo. Osservando i disponibili, pressoché certo che i pali saranno difesi da Mattia Fortin. Dinanzi a lui, i tre difensori dovrebbero essere Carlo Faedo, Marco Perrotta e Filippo Sgarbi. A centrocampo, il play Lorenzo Crisetig (capitano dell’undici veneto), dovrebbe avere ai suoi lati, come mezze ali, Kevin Varas e Pietro Fusi. Il reparto, probabilmente, sarà completato da Paolo Ghiglione e Antonio Barreca, esterni rispettivamente destro e mancino. In attacco, le due punte più probabili sembrano Kevin Lasagna e Mattia Bortolussi.







