Nella vita professionale può accadere che un collega, con cui si sono condivisi anni di lavoro fianco a fianco, diventi improvvisamente un superiore. In ambito sportivo, e in particolare nel calcio, questo passaggio può essere ancor più delicato, data l‘intensità delle relazioni all’interno di uno spogliatoio. Eppure, quando alla base vi è una storia comune fatta di sacrifici, obiettivi condivisi e profonda conoscenza reciproca, anche una transizione tanto significativa può evolvere positivamente.
È quanto si augura Alberto Aquilani, prossimo tecnico del Catanzaro. Il passaggio da leader carismatico in campo a guida strategica in panchina comporta inevitabilmente un cambio di ruolo e di prospettiva. Tuttavia, Aquilani può contare su una solida reputazione costruita negli anni da calciatore, fatta di rispetto, dedizione e senso di appartenenza. La sua conoscenza profonda del calcio professionistico, unita alla credibilità personale e professionale, rappresenta un patrimonio prezioso nel processo di transizione.
Il rapporto con Pietro Iemmello ( ex compagni di squadra al Sassuolo nel 2017 ), si fonda su un terreno fertile di esperienze condivise. Superato il naturale imbarazzo iniziale, questo legame potrebbe trasformarsi in un punto di forza, favorendo coesione, rispetto dei ruoli e una comunione d’intenti rara da trovare.
Guidare il Catanzaro non è mai stato semplice: le aspettative della piazza, l’intensità emotiva della tifoseria e la pressione costante dei risultati richiedono lucidità, equilibrio e visione. Per Aquilani, però, si tratta anche di una missione personale, di un percorso che affonda le radici nel cuore e nella memoria.
La leadership di Pietro Iemmello può ormai definirsi consolidata, sebbene assuma tratti atipici rispetto ai canoni del calcio moderno. Il suo ruolo si configura infatti come quello di una figura ibrida, a metà strada tra il calciatore e il tecnico in campo: un punto di raccordo tra lo staff, lo spogliatoio e la società. Contestualmente, egli rappresenta anche il volto pubblico di una realtà orgogliosamente calabrese, nella quale ha assunto, per molti versi, la funzione di ambasciatore sportivo e identitario.
La posizione occupata da Iemmello all’interno della squadra è indubbiamente autorevole, ma al contempo richiede una gestione attenta nei delicati equilibri di spogliatoio, soprattutto da parte dell’allenatore. Va tuttavia chiarito per fugare qualsiasi equivoco che il capitano non ha mai dato segnali di voler interferire con le decisioni tattiche di nessun allenatore, dimostrando sempre piena consapevolezza e rispetto della distinzione dei ruoli. Da una parte, dunque, il leader tecnico del gruppo; dall’altra, la guida tecnica.
Tra il tecnico romano e il capitano giallorosso si è sempre registrato un rapporto di reciproca stima, confermato da un episodio significativo avvenuto nell’estate del 2024, quando durante la selezione operata dalla famiglia Noto per individuare il successore di mister Vivarini fu lo stesso capitano giallorosso a sposare con convinzione la candidatura del futuro tecnico. È tuttavia opportuno sgomberare il campo da qualsiasi equivoco: Iemmello non ha mai dato l’impressione di voler interferire nelle scelte tecniche, dimostrando pieno rispetto per la distinzione dei ruoli. Da un lato, il leader tecnico della squadra, dall’altro, l’allenatore. In questo senso, non si sono mai manifestati segnali di fratture o tensioni all’interno del gruppo. Adesso è un’altra storia, ma Aquilani sa di poter contare sul compagno, anzi l’amico di una volta.