Ci risiamo, a volte ritornano gli “esperti” secondo cui la proprietà dell’U.S. Catanzaro non mira alla promozione in Serie A: “Troppo dispendiosa” affermano i presunti esperti. Ma le cose non stanno così. La Holding Noto ha sempre fatto un discorso diverso, che si può riassumere in una semplice considerazione “Nessun sperpero, non siamo una società che può investire in ingaggi milionari per inseguire una promozione”. Se c’è una componente che oggi ha reso il Catanzaro una società importante, ambita, stimata ed apprezzata è la serietà gestionale della Holding Noto. Ciò non significa che non ci siano stimoli ed i presupposti per centrale la promozione. Come la storia imprenditoriale della famiglia insegna: alla base del successo c’è una programmazione oculata che passa attraverso gli investimenti graduali mirati e la capacità di investire anche nelle risorse umane dei propri collaboratori.
Oggi la Holding Noto è l’azienda con il più alto fatturato in Calabria, ma per arrivarci, come tempo fa raccontava lo stesso Floriano Noto, si è partiti da un locale di 500 mq fino ad arrivare a detenere la più ampia flotta della grande distribuzione su cui primeggia il marchio Coop.
Tornando al calcio, in particolare la massima serie, rappresenta non solo un’importante vetrina sportiva, ma anche un significativo motore economico per i club coinvolti. La promozione in Serie A non si limita a garantire un prestigioso palcoscenico per le squadre e i loro tifosi, ma comporta anche risvolti economici notevoli che influenzano direttamente le finanze dei club. Il valore di una promozione in Serie A è elevato e giustificato da diverse fonti di reddito, tra cui principalmente i diritti televisivi e i ricavi derivanti dalle attività allo stadio.
La Legge Melandri, che regola la ripartizione dei diritti televisivi, ha introdotto un sistema di distribuzione che mira a bilanciare le risorse tra i club, pur premiando anche quelli con maggiore attrattiva e storico successo. Le squadre promosse in Serie A possono contare su un notevole incremento della quota di diritti TV rispetto alla Serie B. Questo aumento rispecchia non solo l’interesse mediatico superiore riservato alla massima serie, ma anche la capacità di generare un pubblico più ampio e accattivante per gli inserzionisti pubblicitari.
Nel dettaglio, la promozione in Serie A può significare un incremento delle entrate provenienti dai diritti TV che, per molti club, rappresentano una fetta considerevole del fatturato complessivo. Ad esempio, si stima che le squadre di Serie A incassano somme considerevolmente superiori rispetto ai club di Serie B, il che rende la lotta per la promozione un obiettivo cruciale, tanto sul piano sportivo quanto su quello economico.
Oltre ai diritti televisivi, i ricavi da stadio giocano un ruolo fondamentale nel contesto finanziario di un club di calcio. La massima serie attira un numero maggiore di spettatori e, di conseguenza, offre opportunità di guadagno attraverso la vendita di biglietti, abbonamenti e merchandising. L’affluenza al botteghino tende ad aumentare esponenzialmente con la partecipazione alla Serie A.
È importante considerare inoltre che un buon piazzamento in Serie A può migliorare le opportunità di sponsorizzazione. Le aziende tendono a investire in club che militano nella massima serie, riconoscendo in essi una maggiore visibilità e un ritorno d’immagine più consistente. I contratti di sponsorizzazione possono crescere in proporzione al prestigio e alla popolarità del club, creando così un ulteriore flusso di entrate.
Infine, il ritorno in Serie A può avere un impatto complessivo positivo sul mercato locale e sull’economia della città in cui il club opera. Maggiori afflussi di tifosi durante le partite possono stimolare il settore alberghiero, la ristorazione e altre attività commerciali, generando un indotto economico significativo.
In conclusione, la promozione in Serie A rappresenta un obiettivo strategico non solo dal punto di vista sportivo, ma anche economico. Gli elevati ricavi legati ai diritti televisivi, insieme ai maggiori introiti da stadio e opportunità di sponsorizzazione, rendono la promozione un traguardo imprescindibile per tanti club. Pertanto, è essenziale che le società calcistiche e i loro dirigenti pianifichino azioni mirate per massimizzare questi benefici, consapevoli dell’importanza del contesto economico nel quale operano
Il quadro della Legge Melandri che regolamenta i diritti TV dalla quale si può stimare a quanto ammonta il valore economico minimo di una promozione in Serie A, tradotto oscilla tra i 24 / 25 milioni di euro
- una quota pari al 50% è ripartita in misura identica tra tutte le società partecipanti al campionato di Serie A;
- una quota pari al 15% sulla base della classifica e dei punti conseguiti nell’ultimo campionato;
- una quota pari al 10%, sulla base dei risultati conseguiti negli ultimi cinque campionati;
- una quota pari al 5%, sulla base della graduatoria formata tenendo conto dei risultati sportivi conseguiti a livello nazionale e internazionale dalla Stagione Sportiva 1946/47 alla sesta antecedente a quella di riferimento;
- una quota pari all’8%, sulla base dell’audience televisiva certificata da Auditel;
- una quota pari al 12%, sulla base degli spettatori paganti che hanno acquistato il titolo di accesso per assistere alle gare casalinghe disputate negli ultimi tre campionati.