Quarto capitolo della Storia dell’U.S. Catanzaro, campionato 1928-1929, sulla panchina delle Aquile arriva il primo allenatore professionistico, Dino Baroni, il presidente Talamo lo va a prelevare direttamente a Milano. Per la catanzarese è il primo tassello di una nuova era. Il tecnico milanese sarà il fautore della creazione del primo settore giovanile delle Aquile.
Il 1928 segnò un punto di svolta nella storia dell’U.S. Catanzaro, un giovane club che voleva emergere nel panorama calcistico italiano. In un clima di grande fermento, il presidente Talamo, con un occhio attento al futuro e una determinazione incrollabile, decise di operare una svolta decisiva: portare in panchina il primo allenatore professionistico del club, Dino Baroni. Il suo viaggio a Milano non fu solo un prelievo di un tecnico, ma l’ingresso in una fase completamente nuova per le Aquile.
Baroni, un milanese dall’indubbio talento, era già noto per la sua visione innovativa del gioco. Con un curriculum che parlava chiaro, aveva già dimostrato di saper trasformare squadre in veri e propri collettivi di successo. Quando Talamo lo incontrò, fu subito chiaro che il feeling tra i due sarebbe stato fondamentale: entrambi condividevano un sogno, quello di dare nuova vita e slancio al calcio catanzarese. La mano tesa del presidente verso Baroni rappresentava non solo una scelta tecnica, ma una vera e propria promessa per il futuro.
L’arrivo di Baroni sulla panchina delle Aquile non significava solo la presenza di un nuovo allenatore, ma l’avvio di una filosofia diversa. Sotto la sua guida, il Catanzaro avrebbe cominciato a costruire un’identità, un modo di vedere il calcio in cui il settore giovanile avrebbe avuto un ruolo cruciale.
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