Nel calcio di una volta esisteva la stretta di mano, era sufficiente a siglare un accordo e soprattutto a rispettarlo. Così come origine del gesto che risale all’Ottocento.
Oggi, tra legge Bosman e per ultima la sentenza della Corte di Giustizia Ue sul caso Diarra si dà meno potere al contratto firmato e depositato, figuriamoci che valore può avere una stretta di mano.
Nel prossimo impegno di campionato il Catanzaro si recherà a Bari un match che vale anche un incrocio tra direttori sportivi, Ciro Polito oggi al Catanzaro e ieri al Bari, e Giuseppe Magalini oggi al Bari e ieri al Catanzaro.
L’addio dal Catanzaro del dirigente veneto è stato carico di tensione, un precontratto firmato con il club e non rispettato e via da Catanzaro senza neanche un rigo di saluto per la piazza. Un distacco ingeneroso con una città vissuta per due anni con grandi risultati sportivi. Va così, cambia la vita in genere ed il calcio si adegua. Restano però i meriti di un grande lavoro, perché al di là di quello che si possa dire e pensare, Giuseppe Magalini resta il più grande direttore sportivo degli ultimi 40 anni dell’U.S. Catanzaro.
Bisogna risalire infatti agli anni Settanta per trovare un direttore sportivo con tanta competenza al servizio del club giallorosso, parliamo infatti di Spartaco Landini, che dopo aver appeso le scarpette al chiodo con un glorioso passato da difensore nell’Inter di Helenio Herrera iniziò la sua carriera da dirigente al Catanzaro per poi fare le fortune del Genoa.
A Magalini auguriamo le migliori fortune, a partire dalla partita successiva a quella contro il Catanzaro, augurandoci anche di poter scrivere pagine ricche di successi con Ciro Polito.