28 anni di carriera tra i professionisti sono una vita al servizio del calcio, e riuscire ad arrivare a lasciare il segno non è impresa da tutti. Massimo Bava ci è riuscito, 9 anni nelle file del Torino, prima a capo del Settore Giovanile e poi in prima squadra. E con le giovanili ha ottenuto grandi successi vincendo campionati e Coppa Italia nella Primavera che sono valsi il lancio di tanti giovani talenti in Serie A. Ma non solo, la sua professionalità e conoscenza nello scovare giovani talenti ha permesso al Torino di mettere a segno la più grande plusvalenza della sua storia: ben 40 milioni di euro con la cessione la scorsa estatate del difensore Alessandro Buongiorno al Napoli di Antonio Conte.
Dal Torino al Catanzaro, lo ha voluto fortemente il presidente Floriano Noto per affidargli la gestione del Settore Giovanile dell’U.S. Catanzaro. “Impossibile dire di no a Floriano Noto – commenta Bava – dopo l’esperienza al Torino in prima squadra mi ero preso un tempo per riflettere, avevo ricevuto diverse chiamate che ringraziando ho declinato, ma non potevo dire di no al Catanzaro e al suo presidente “.
Compito non facile quello che lo aspettava al Catanzaro, il club arriva da anni in cui il Settore Giovanile è stato non solo trascurato, ma addirittura dimenticato. Il cambio della proprietà con l’avvento della famiglia Noto ha rimesso le cose al proprio posto, in maniera graduale e tanto ancora, anzi tantissimo bisogna fare, ma partendo con un uomo di provata esperienza e vincente con Massimo Bava la strada imboccata può essere quella giusta.
“Questo non lo so – ci risponde con molta umiltà – lo spero e me lo auguro, ma per costruire un Settore Giovanile importante bisogna avere pazienza, tempo, passione e volontà”.
Sono caratteristiche che riscontra nella proprietà? “Assolutamente si, io sono arrivato lo scorso anno a novembre, ed ho fatto un discorso molto chiaro, per sviluppare un settore giovanile di livello servono cinque anni, anche se nei primi tre potrebbe iniziare a vedersi qualcosa”.
E qualcosa si sta vedendo, ad esempio con la Primavera 3, oggi dopo tre gare in testa al campionato a punteggio pieno. “E’ presto per dire che siamo i più forti, ma la strada che abbiamo imboccato è quella giusta, poi non bisogna dimenticare che vincere il campionato della Primavera 3 è stata una espressa richiesta del nostro presidente, e noi faremo di tutto per accontentarlo”.
Settore giovanile che a partire da questa stagione ha rinnovato molto, partiamo dalla Primavera 3.
“Su tutto il fronte delle giovanili abbiamo alzato l’asticella della qualità, non solo come calciatori, ma soprattutto per quanto riguarda staff e allenatori. Abbiamo preso due pezzi da novanta con il tecnico della Primavera 3 Massimo Costantino con tanta esperienza in Serie C e Massimo Augusto dalla Sampdoria a cui abbiamo affidato l’Under 15 ma soprattutto l’attività di base. Che dire poi dello staff della Primavera 3, di primo ordine ma non solo abbiamo puntato molto anche sulla metodologia organizzativa. Ad esempio, la Primavera 3 è stata messa su con tutta la professionalità che compete ad un prima squadra mettendo a disposizione di tecnici e preparatori anche l’ausilio della tecnologia, ad esempio gps e droni, ma dai nostri ragazzi pretendiamo anche che abbiano una vita da professionisti se vogliono sfondare nel mondo del calcio”.
Tanti elementi nuovi anche nel parco calciatori e la qualità in campo è ben visibile: “Anche qui abbiamo fatto un discorso puntando sulla qualità ma che sia soprattutto calabrese. Vale il discorso che abbiamo fatto con tecnici e preparatori, solo che con i calciatori siamo andati a pescarli anche nei grandi vivai, offrendo loro la possibilità di essere protagonisti a casa propria. C’è un ragionamento che pongo alla base della mia professionalità, che mi adeguo al contesto in cui opero e siccome la Calabria ha tanti talenti in giro per l’Italia ci sembrava giusto valorizzarli nel nostro territorio”.
Dando uno sguardo alla carta di identità degli elementi della Primavera 3 ci sono le basi anche per il futuro: “Esatto, è una squadra nata e costruita per vincere ma ci consentisse di avere le basi anche per l’anno successivo dando continuità al progetto tecnico. Innanzitutto, abbiamo puntato su una rosa di 22 elementi di cui 3 nati nel 2005 sono i fuori quota e il resto è equamente diviso tra il 50% del 2006 e il 50% del 2007 per avere appunto quella continuità tecnica”.
Resta il problema delle strutture e infrastrutture necessarie ad uno sviluppo che dia risultati importanti anche per sfornare i calciatori del domani. “Questo è un tema molto caro al presidente Noto e ai suoi fratelli, come già sapete c’è in essere il progetto del Centro Sportivo che sarà davvero importante. Ad oggi noi per la Primavera 3 abbiamo a disposizione il “Curto” del quartiere di Catanzaro lido che è diventato fondamentale”.
Una cosa che abbiamo notato e sembra che ci sia anche maggiore attenzione sulla collocazione di dove far vivere questi ragazzi arrivati a Catanzaro: “Esattamente così, come società mettiamo a disposizione una foresteria, poi c’è il “Convitto del Galluppi, tra le scuole più rinomate della città per chi deve proseguire anche un percorso di studi, ed infine ci occupiamo direttamente noi come club a portare gli atleti della primavera 3 nella struttura di allenamento tutti i giorni con un autobus da 50 posti che la società ha messo a disposizione sette giorni su 7”.
A questo punto non resta che augurarvi e augurarci di vedere un giovane catanzarese e/o calabrese indossare la maglia della prima squadra: “Guarda la nostra intenzione è quella, ma una cosa fondamentale che i ragazzi devono capire è che per diventare professionista non basta soltanto giocare bene ma condurre una vita da professionista che è fatta anche di molti sacrifici. Se si avesse questa volontà nei prossimi anni potremmo avere qualche nostro giocatore in prima squadra o perché no vederlo anche andare in un grosso club”.
Ad oggi ci sono elementi che hanno questa prospettiva: “Ci sono elementi che a turno ruotano nell’orbita della prima squadra, uno ad esempio ha già bagnato l’esordio che è Rafele, un altro potrebbe essere Maiolo, un centrocampista di grande prospettiva. Però ne approfitto per aggiungere una cosa che come club ci sta molto a cuore, noi stiamo puntando molto a sviluppare ed investire sui portieri. Una squadra come il Catanzaro deve necessariamente avere quel ruolo sviluppato nel proprio settore giovanile che dia garanzie per il futuro”.