Le ragioni che si celano dietro la sconfitta di Ascoli sono molteplici. Sicuramente è mancato Iemmello, cioè qualcuno che sappia giocare incontro e far salire la squadra. Cosa non da tutti, come del resto lo è impedire al Catanzaro di far gioco. Come? Con un bel quartetto in mezzo al campo a coprire le linee di passaggio per Ghion e Pompetti. È mancata anche la caparbietà in zona offensiva, senza soluzioni rapide né tantomeno efficaci perché l’avversario stringeva le linee di difesa non si riusciva a giocare in mezzo. Invece della rapidità si è vista qualche giocata scolastica, qualche tentativo poco riuscito di attrarre l’avversario su un lato per aprire corridoi centrali poi rivelatisi infruttuosi.
Ci sono sicuramente responsabilità (collettive of course) dietro una sconfitta. Ciascuna spiega ciò che è avvenuto, però a guardarla bene la partita di Ascoli ci racconta qualcosa di più importante. Questa squadra ha bisogno di abituarsi alla serie B prima di pensare a cosa potevano significare tre punti oggi (ndr ieri). Altrimenti si rischia di vivere in una bolla di sapone, un delizioso sogno a occhi aperti che precede una rovinosa caduta.
Mister Vivarini aveva saggiamente detto di tenere alta l’asticella dell’attenzione perché conosce i valori in campo, la difficoltà della categoria, ed è perfettamente conscio che il Catanzaro è una bella realtà che deve crescere senza affrettare i tempi. In campo si è visto quanto conta la fame di punti, la voglia di arrivare al risultato. Senza questa voglia non si va da nessuna parte, anzi si rischia di perdere terreno da queste posizioni di classifica di altissimo rango.
FORMAZIONI
ASCOLI 3-4-1-2: Viviano, Quaranta Botteghin Bellusci, Falasco Di Tacchio Giovane Bayeye, Masini, Mendes Rodriguez. All: Castori.
CATANZARO 4-4-2: Fulignati, Krajnc Brighenti Scognamillo Katseris Sounas Pompetti Ghion, Vandeputte Ambrosino Biasci. All: Vivarini.
LE RAGIONI DI UNA SCONFITTA
Il pressing alto non è una novità, eppure l’Ascoli l’ha saputo far meglio di qualunque altro avversario dei giallorossi da un anno a questa parte. Come sono riusciti i padroni di casa a impedire al Catanzaro di far gioco? Coprendo le linee di passaggio per entrambi i volani dello sviluppo giallorosso, cioè Ghion e Pompetti. Non la classica marcatura da dietro con il contatto fisico, ma piuttosto la marcatura in zona palla spesso mettendosi davanti l’uomo e quindi sulla linea di passaggio.
Un rombo di avversari sulla trequarti. Alle tre punte si aggiunge Giovane mentre Di Tacchio segue Sounas. Il risultato è che il Catanzaro è obbligato a sviluppare sulle corsie. Sulla corsia destra il duo Sounas Katseris sappiamo di cosa è capace, ma oggi non si è visto molto perché Di Tacchio e Falasco sono due avversari esperti e fisici. Sulla corsia sinistra chi scende forte è Vandeputte, ma prima c’è da duellare con Bayeye che è veloce e poi con Bellusci che è un avversario scomodo.
Dura la vita se non hai una punta che ti gioca incontro e fa salire la squadra aprendo con rapidità. Biasci non ne ha le doti, Ambrosino è ancora troppo in erba per quel tipo di ruolo. Ed ecco allora perché oggi è mancato un certo Iemmello, che non è solo l’attaccante che fa gol ma anche quello che trova il passaggio per attaccare l’ultima linea. Cosa che oggi non è stata nemmeno abbozzata perché il Catanzaro non è riuscito a superare la linea di pressione avversaria centralmente.
Il diverso modo di cercare la profondità, di cui ha accennato mister Vivarini, non si è materializzato per il mancato sviluppo del gioco centrale ma anche perché sulle corsie laterali le giocate sembravano già lette in anticipo. All’imbarazzo di non uscire dal basso con uno dei due centrocampisti si è aggiunta una costruzione impacciata sulle corsie esterne, cosa che ha generato il gol partita.
IL GOL PARTITA
L’errore nasce dalla fase di costruzione dal basso, da una palla sviluppata in una zona chiusa e successivamente gestita male. Inizialmente si parte da Scognamillo che trova Sounas e Katseris ben marcati e senza metri di campo, così la difesa giallorossa è costretta al giro palla e tenta di uscire dal lato opposto. Sarà Krajnc, alla fine, a dettare il primo passaggio. Il difensore giallorosso stringe troppo verso l’esterno cercando Biasci sulla linea laterale, dove ci sono pochissime scelte e tutte scomode.
Biasci prova a imbeccare Vandeputte che si ritrova più avanti e con Bellusci alle calcagna. Scelta quasi ovvia quella del belga di passare indietro, ma la traiettoria per Ghion non è precisa. Mendes intercetta comodamente e imbecca Rodrigues che nel frattempo ha guadagnato la profondità alle spalle proprio di Krajnc, cioè chi ha dettato il primo passaggio dalla difesa. A quel punto Rodrigues non fa altro che scendere palla al piede e attendere l’inserimento in area proprio di Mendes che infila Fulignati per il gol partita.
Un gol certamente evitabile, una situazione da rivedere a tavolino e da analizzare come molte altre già capitate in stagione. È vero che la transizione negativa origina da un retropassaggio mal calibrato, ma la costruzione a tre dietro è controproducente se la pressione scatta solo sul secondo passaggio. Costruire a due avrebbe consentito ai braccetti difensivi di ricevere in posizione ottimale e invece si sono ritrovati a dover impostare senza avere riferimenti liberi davanti.
Partite come queste necessiterebbero di maggiore fisicità. A noi questa, è evidente manca, ma in B quella maggiore cilindrata di cui parlava mister Vivarini a fine campionato serve quando affronti avversari pur scarsi e antisportivi con ripetute sceneggiate, che però hanno struttura fisica e forza nelle gambe. Da qualche partita abbiamo difficoltà nel “risalire il campo” per fortuna però alcune partite le abbiamo risolte con qualche giocata codificata e quindi collaudata, e devo dire grazie ai calciatori già facenti parte del gruppo.Dei nuovi arrivati,speravo sinceramente potessero dare un maggiore apporto.